Botanica

Bassa Valle

Nome scientifico: Oenothera biennis​
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Nome popolare: enagra
Famiglia: onagraceae
Oenothera biennis
Caratteristiche organolettiche: la radice è carnosa, dolce e succosa, con un gusto pepato e che ricorda la pastinaca. I fiori sono dolci, i bacelli e i semi sono gradevoli.
Proprietà: l’olio ottenuto da i semi di Enotera ha proprietà lenitive ed elasticizzanti
Terreno: drenati, sabbiosi e assolati.
Sosia tossico: NO
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RICONOSCIMENTO: È una pianta erbacea biennale di grandi dimensioni.
Ha foglie alterne, quelle basali picciolate e lungamente ovate, mentre le foglie cauline sono subsessili,
lanceolate e più piccole.
I fiori hanno quattro petali giallo acceso che si aprono nel tardo pomeriggio.
I frutti sono capsule contenenti molti semi.
La radice è a fittone (simile quindi a una carota).
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Parti utilizzate: Radice cotta, fiori crudi o cotti, baccelli giovani cotti, seme cotto o spremuto.
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Habitat: prateria temperata, incolti, costa
Tipologia: Angiosperme
Presenza: NEOFITA NATURALIZZATA
CURIOSITA’:
Il seme al 28% è composto da un olio commestibile che è considerato un'ottima fonte di acido gammalinolenico, un acido grasso essenziale che non si trova in molte fonti vegetali e che svolge numerose funzioni vitali nell'organismo. È molto piccolo e difficile da raccogliere, quindi le rese complessive sonobasse.
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Questa pianta era tenuta in grande considerazione dagli Indiani d'America, che la usavano per combattere gonfiori ed ematomi. Arrivata in Europa nel XVII secolo divenne prestopopolare come pianta medicinale, tanto che in inglese guadagnò il nome di king's cure all, ovvero il cura-tutto reale.

Nome scientifico: Helianthus tuberosus
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Nome popolare: topinambur
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Famiglia: asteracee
Helianthus tuberosus
Proprietà: ha proprietà tonica, stomachica, colagoga e diuretica, contiene vitamina A, B, H ed è ricchissimo di sali minerali quali calcio, potassio e fosforo.
Terreno: si adatta, ma preferisce quelli ricchi e sciolti
Sosia tossico: no
Caratteristiche organolettiche: la radice è croccante e dolce, il fiore è aromatico e ha un sapore simile alla mandorla
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RICONOSCIMENTO: È una pianta erbacea di grandi dimensioni che può superare i 3 metri di altezza
Le foglie sono ruvide, di colore verde scuro.
I fiori sono piccoli, verde brillante e raggruppati in glomeruli.
Il frutto è un achenio nappato, cioè risulta peloso al tatto; è un modo per aiutare la pianta a spargere il
seme grazie il vento.
La radice è fascicolata.
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Parti utilizzate: RADICI COTTE O CRUDE, FIORI COTTI O CRUDI
Habitat: incolti
Tipologia: angiosperme
Presenza: neofita invasiva
CURIOSITA’:
Contiene molta inulina, che può causare meteorismo intestinale. Per evitare questo inconveniente si
dovrebbe cominciare a mangiarne minime porzioni, aumentando la dose con il passare del tempo.

Nome scientifico: quercus rubra
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Nome popolare: quercia rossa
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Famiglia: Fagaceae
Quercus rubra
Proprietà: antisettico, astringente, emetico, febbrifugo e tonico
Caratteristiche organolettiche: il seme, dopo che sono stati estratti i tannini è aromatico e gradevole.
Terreno: fertile e profondo
Sosia tossico: no.
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RICONOSCIMENTO: Albero deciduo di grandi dimensioni, alto fino a 30 metri.
Le foglie sono verde intenso in epoca vegetativa, rosse in autunno.
I fiori maschili sono lunghi amenti penduli verdi, i fiori femminili sono poco evidenti.
I frutti sono delle ghiande ovali.
La corteccia è di colore grigia, liscia nelle piante giovani, solcata in quelle più anziane.
Parti utilizzate:
Seme cotto dopo l’eliminazione dei tannini.
Tipologia: angiosperme
Habitat: foresta temperata
Presenza: neofita invasiva
CURIOSITA’:
Il seme è stato un alimento importante per diverse tribù di nativi americani del Nord America. Può essere essiccato, macinato in polvere e usato come addensante negli stufati o mescolato con i cereali per fare il pane, ma anche essiccato e tostato come surrogato del caffè. Prima di qualsiasi preparazione è necessario però eliminare gran parte dei tannini presenti, facendo bollire più volte il seme pulito in acqua, fino a che smetterà di colorare l’acqua di marrone.
La pianta è originaria del Nord America ed è stata introdotta in Europa a scopo ornamentale, per la sua
rapida crescita e per il suo aspetto affascinante in autunno, quando il fogliame diviene rosso. È diventata invasiva nei boschi dell’autoctona Quercus robur, soprattutto in Lombardia, Piemonte e Veneto. Per tutelare la biodiversità locale, in queste regioni è vietato piantumarla e coltivarla.

Sondrio
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Nome scientifico:
apios americana
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Nome popolare: glicine tuberoso
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Famiglia: fabaceae
Apios Americana
Caratteristiche organolettiche: i tuberi hanno un sapore delizioso, simile a quello delle patate dolci. I semi hanno una consistenza farinosa, mentre i giovani baccelli sono teneri e farinosi, con un sapore rustico e gradevole.
Proprietà: ricchissima di proteine
Terreno: terreni ricchi e assolati
Sosia tossico: no
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RICONOSCIMENTO: È una pianta perenne rampicante.
Ha foglie composte e pennate (è una delle forme possibili delle foglie) composte da 5 o 7 lamine.
I fiori sono di colore rosso, marrone rossastro o viola, raccolti in fitti grappoli.
Il frutto è un bacello che contiene numerosi piccoli semi.
Le radici sono composte da diversi tuberi carnosi lunghi dai 2 ai 10 cm. Il tubero è un organo di riserva e
stoccaggio della pianta, che si accompagna talvolta alla radice.
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Parti utilizzate:
Tubero crudo o cotto, seme cotto, baccelli giovani cotti.
Habitat: incolti, margini della prateria temperata
Presenza: neofita invasiva
Tipologia: Angiosperme
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CURIOSITA’:
I tuberi possono essere essiccati, macinati e poi utilizzati come addensante nelle zuppe o aggiunti alle farine di cereali per la preparazione del pane. Possono essere raccolti nel loro primo anno di vita ma impiegano due o tre anni per assumere una dimensione più soddisfacente. Si possono raccogliere in qualsiasi momento dell'anno, ma danno il meglio di sé in autunno, e si conservano poi almeno fino alla primavera.
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I semi sono piccoli e ricchi di proteine, ottimi da usare nella panificazione, macinati e aggiunti ai cereali.
Tradizionalmente i tuberi sono stati un alimento base per la maggior parte dei popoli indigeni delle
Americhe, che li preparavano in molti modi vari, essiccandoli o macinandoli per trasformarli in farina.

Nome scientifico: physalis alchechengi
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Nome popolare: chichingero
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Famiglia: solenacee
Physalis alchechengi
Proprietà: ha proprietà tonica, stomachica, colagoga e diuretica, contiene vitamina A, B, H ed è ricchissimo di sali minerali quali calcio, potassio e fosforo.
Terreno: si adatta, preferendo quelli drenati e calcarei.
Caratteristiche organolettiche: la radice è croccante e dolce.
Sosia tossico: no
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RICONOSCIMENTO: Pianta erbacea di medie dimensioni, alta fino a 1m di altezza, con fusto eretto e
ramificato.
Le foglie sono di colore verde chiaro, ovate con margine liscio e cadono quando i frutti maturano.
I fiori sono di colore bianco, piccoli e con i petali saldati.
I frutti sono bacche singole, protette da una struttura a calice di colore arancione e di consistenza simile alla carta, che è tossica.
La radice è un rizoma strisciante; è cioè una radice superficiale che si sviluppa ai lati della pianta, senza
andare nella profondità del terreno.
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Parti utilizzate: FRUTTI COTTI O CRUDE
Habitat: incolti
Tipologia: angiosperme
Presenza: indigena infestante
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CURIOSITA’:
Tutta la pianta, compresa la piccola lanterna colorata che racchiude il frutto, è fortemente tossica; la bacca è l’unica parte che si può mangiare.
Il termine alkekengi fu usato per la prima volta in Francia nel XIV secolo e proviene dal francese antico
alquequange che proviene dall’arabo al-kakang, “lanterna cinese”, in riferimento all’involucro colorato che avvolge il frutto. In Giappone il frutto viene usato come offerta simbolica per guidare le anime dei defunti, durante il Festival Obon, la festa delle Lanterne.

Nome scientifico: Rosa Multiflora
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Nome popolare: rosa
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Famiglia: rosaceae
Rosa Multiflora
Proprietà: i cinorrodi sono diuretici e lassativi, contengono vitamina C e A e sono quindi utili nella cura delle infezioni delle vie aeree superiori e contribuiscono a rinforzare le difese immunitarie.
Sosia tossico: nessuno.
Terreno: si adatta bene a diversi tipi di terreno, benché preferisca quelli acidi.
Caratteristiche organolettiche: il frutto maturo ha un sapore aromatico e acidulo, il frutto ammezzito ha un sapore dolce. I fiori hanno un profumo delicato, soprattutto se essiccati.
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RICONOSCIMENTO: È un arbusto con steli arcuati e ricadenti, legnoso di medie o grandi dimensioni,
perenne.
Ha foglie lisce, picciolate, composte da cinque o sette lamine ovate con margine dentellato verde brillante.
I fiori sono piccoli e bianchi, raccolti in un’infiorescenza.
I frutti sono piccoli cinorrodi rossi raccolti a grappolo.
Il fusto è legnoso, marrone.
Parti utilizzate:
foglie giovani cotte o crude, frutti crudi, cotti o essiccati, I fiori crudi, cotti o essiccati, I semi essiccati
NB
Dai frutti bisogna rimuovere la peluria interna urticante e i semi. I semi vanno puliti dalla peluria e
polverizzati.
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Habitat: incolti
Tipologia: angiosperme
Presenza: neofita invasiva
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CURIOSITA’:
Possono essere usati come asparagi i getti primaverili quando spuntano dal suolo vicini a piante esistenti. Il seme è una buona fonte di vitamina E, e può essere macinato e mescolato con la farina.

Alta Valle

Nome scientifico: picea abies
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Nome popolare: abete rosso
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Famiglia: pinaceae
Picea abies
Proprietà: espettorante, balsamico, antisettico, ricco di vitamina C.
Terreno: ben drenato
Caratteristiche organolettiche: le parti verdi della pianta sono un po’ citriche, piacevolmente amare. La corteccia interna ha un sapore balsamico e rinfrescante.
Sosia tossico: sì. Si può confondere con il Taxus baccata, che può essere letale se ingerito. Il portamento di quest’ultimo è molto diverso: ha una chioma globosa, foglie aghiformi ma piatte con una riga di cera bianca sulla pagina inferiore e disposte a pettine sul rametto, che è verde e non legnoso come nell’abete rosso.
Inoltre la corteccia si sfalda in forme verticolai e non discoidali come nell’abete rosso. L’albero non produce pigne ma arilli rossi.
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RICONOSCIMENTO: È un albero sempreverde di grandi dimensioni, con il tronco eretto e ramificato.
Le foglie sono verdi aghiformi, pungenti e quadrangolari con apice acuto.
Essendo gimnosperma non produce fiori.
I frutti sono pigne pendenti, cilindriche, lunghe e squamate marroni in autunno.
La corteccia è marrone o rossastra e si sfalda a forme discoidali.
Parti utilizzate: foglie, le gemme cotte o crude, la corteccia interna, la resina
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NB
Le foglie possono essere usate come aromatizzante.
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Habitat: foresta alpina
Presenza: autoctona
Tipologia: gymnosperme
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CURIOSITA’:
L’abete rosso può crescere fino ad altezze considerevoli — arriva anche ai 60 metri — e può vivere a lungo. L’albero più vecchio del mondo è proprio un abete rosso di circa 9000 anni e si trova in Svezia, nel Parco Nazionale Fulufjället. È stato soprannominato old Tjikko, prendendo il nome del cane del geologo che lo ha scoperto.

Nome scientifico: pseudevernia furfuracea
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Nome popolare: muschio d’albero
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Famiglia: parmeliaceae
Pseudevernia furfuracea
Proprietà: espettorante
Caratteristiche organolettiche: ha il sapore della foresta, è aromatico, amaricante e molto intenso.
Sosia tossico: no
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RICONOSCIMENTO: È una specie di fungo lichenizzato che cresce sulla corteccia di abeti e pini.
È un tallo follioso, con lobi stretti a forma di laccio, attaccato in un punto e spesso pendente, con la
superficie inferiore inizialmente bianca, poi nera.
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Parti utilizzate: tallo crudo o cotto
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NB. Il tallo va trattato.
Habitat: foresta alpina
Presenza: indigena
Tipologia: regno dei funghi
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CURIOSITA’:
I licheni vanno trattati prima della conservazione o del consumo per abbassare il livello di acido lichenico: vanno immersi per circa otto ore, per due volte consecutive, nell’acqua e bicarbonato (due cucchiai per un litro d’acqua) che, aiuta a diminuire l’acido fastidioso per l’apparato digerente.
I licheni commestibili possono essere utilizzati in cucina in svariati modi e sono davvero nutrienti perché contengono proteine, minerali, carboidrati e vitamine.

Nome scientifico: taraxacum officinale
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Nome popolare: tarassaco
Taraxacum officinale
Proprietà: ha proprietà digestive, coleretiche, depurative e diuretiche.
Terreno: si adatta bene a diversi tipi di terreno, benché preferisca quelli ricchi
Caratteristiche organolettiche: la radice ha la parte centrale dolce, la parte mediana insipida ma succosa e la parte esterna piacevolmente amara. Le foglie e i fiori sono gradevolmente amarognoli.
Sosia tossico: no.
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RICONOSCIMENTO: Pianta costituita da una rosetta basale di foglie con gambi corti e sotterranei.
Le foglie sono semplici lanceolate, lobate, con margine dentato.
Il fiore è un'infiorescenza giallo-dorata il cui fusto è cavo.
La radice è a fittone.
I semi sono nappati.
Parti utilizzate:
foglie cotte e crude, la radice cotta o cruda, i fiori cotti o crudi, gli steli cotti o crudi
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Habitat: incolti, prateria temperata
Tipologia: angiosperme
Presenza: indigena
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CURIOSITA’:
Nella tradizione italiana si dice sia una pianta capace di esaudire i desideri. Il piccolo rito si esegue
prendendo lo stelo florale già ricco dei semi nappati e ci si soffia sopra fino a vedere tutti i semi volare via.Si pensava che cosi facendo le fate perse potessero ritrovare la strada per tornare casa e, in cambio,
facessero avverare i desideri espressi in quel momento.
Per purificare le case dalla negatività si usava mescolare alcune foglie di betonica, di gramigna e di
tarassaco in un po’ di acqua, lasciandole in infusione per qualche minuto. Quest’acqua veniva poi usata per lavare il pavimento.

Nome scientifico: Urtica Dioica
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Nome popolare: ortica
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Famiglia: urticaceae
Urtica Dioica
Caratteristiche organolettiche: le foglie cotte hanno un sapore simile a quello degli spinaci. L’infuso è
intenso, gradevole e ottimo da bere caldo.
Proprietà: ha proprietà antinfiammatorie, lassative e diuretiche. È una buona fonte di vitamine e apporta minerali utili per la salute di cuore, arterie, ossa, denti e globuli rossi.
Terreno: umido, sciolto e ombreggiato
Sosia tossico: no. Si può confondere con le lamium, anch’esse commestibili.
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RICONOSCIMENTO: Pianta erbacea decidua, alta tra i 30 e i 250 centimetri con fusto eretto, peloso e
quadrangolare. Le foglie sono picciolate, grandi, ovate, opposte e decussate, lanceolate e di colore verde scuro.
Ha fiori femminili, raccolti in lunghe spighe pendenti, e fiori maschili raccolti in spighe erette.
Il frutto è un achenio ovale peloso all'apice e contenente i semi.
Apparato radicale rizomatoso.
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Parti utilizzate: foglie cotte ed essiccate
Habitat: foresta temperata, incolti, prateria temperata
Tipologia: angiosperme
Presenza: indigena
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CURIOSITA’:
Le foglie hanno ciglia urticanti che causano irritazione alla pelle. Questa azione può essere neutralizzata attraverso la cottura o l'essiccazione, che rendono le foglie sicure e molto nutrienti. Meglio raccogliere solo le foglie giovani, perché quelle più vecchie sviluppano i cistoliti, piccoli grani che possono essere irritanti per i reni.
Sebbene molte specie diverse di insetti si nutrano di ortiche, le mosche sono respinte dalla pianta, quindi un mazzo di steli appena tagliati veniva spesso usato come repellente negli armadi per alimenti.

Nome scientifico: Betula pendula
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Nome popolare: betulla
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Famiglia: Betulacee
Betula pendula
Caratteristiche organolettiche: la corteccia interna e le foglie hanno un sapore nocciolato (queste ultime nelle prime tre settimane di vita), la linfa ha un sapore dolce e minerale.
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Proprietà: ha proprietà diuretiche e depurative, e si utilizzano soprattutto le foglie, la corteccia e la linfa.
Terreno: terreni povero, sciolto e a pH acido
Sosia tossico: no.
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RICONOSCIMENTO: È un albero latifoglie e caducifoglie alto fino a 30 metri, con il fusto sottile e eretto.
Le foglie sono semplici, alterne, picciolate, da triangolari a romboidali con il margine seghettato.
I fiori maschili sono raccolti in amenti giallastri e penduli, quelli femminili in amenti più brevi di colore verde chiaro con stimmi rosso cupo.
Il frutto è un piccolo acheno ovoidale.
La corteccia è di colore bianco, liscia e intervallata da piccole parti scure rugose.
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Parti utilizzate:
foglie giovani cotte o crude
linfa cotta o cruda
corteccia interna
fiori
Tipologia: angiosperme
Presenza: indigena
Habitat: foresta alpina
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CURIOSITA’:
La corteccia interna può essere essiccata, macinata e aggiunta come addensante a zuppe, o mescolata con farina per fare pane, biscotti, dolci. Era spesso usata nei periodi di carestia, quando altre forme di amido scarseggiavano.
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La linfa è buona da bere, soprattutto se fatta bollire lentamente, trasformandola in sciroppo. La si raccoglie all'inizio della primavera, prima che le foglie si aprano, bucando il tronco o tagliando un ramo. Questa operazione dev’essere fatta con precisione e conoscenza della tecnica, per non nuocere all’albero.

Nome scientifico: Epilobium angustifolium
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Nome popolare: epilobio
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Famiglia: Onagraceae
Epilobium angustifolium
Proprietà: per uso interno ha proprietà espettoranti, antinfiammatorie, analgesiche e astringenti, mentre per uso esterno ha proprietà astringenti, emollienti e antiflogistiche
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Terreno: ricco
Caratteristiche organolettiche: la pianta ha un sapore dolciastro e vegetale, leggermente aromatico.
Sosia tossico: no
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RICONOSCIMENTO:
È una pianta erbacea di grandi dimensioni, con un fusto eretto alto fino ad 1,50-2 metri. L
e foglie sono lanceolate, alterne, intere.
I fiori hanno quattro petali rosa e quattro sepali.
La radice è un rizoma molto ramificato.
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Parti utilizzate:
Foglie giovani
*giovani germogli crudi o cotti
Radice cruda, cotta o essiccata e macinata
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NB
Dei germogli si usano le punte, mentre su usa il midollo degli steli, crudo o cotto. Sono ottimi anche i gambi dei fiori crudi o cotti.
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Habitat: prateria temperata, tundra alpina
Tipologia: Angiosperme
Presenza: indigena infestante
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CURIOSITA’:
Con le foglie essiccate si fa un tè dolce e gradevole chiamato 'kaporie' in Russia.